venerdì 1 maggio 2015

La lingua della Coltura (Parte 1)


Spremete... la memoria! 
    Abbiamo già accennato al fatto che il miracolo della coltura agrumicola sul Garda sia stato possibile grazie alle condizioni climatiche propizie della zona. 
Ma allora è possibile coltivare agrumi ovunque il clima sia mite, vi chiederete? No, perché la coltura del limone nel Benacense ha raggiunto livelli di vertice grazie all'abilità degli abitanti di creare strutture in grado di salvaguardarla dai rischi di basse temperature invernali. 

    A questo scopo sono state fabbricate le limonaie. Attorno ad esse ruotava il lavoro di molte persone, così come la cultura e il linguaggio di intere generazioni. Vi va di scoprire l'idioma dei limoni con noi?

Era una casa molto carina, CON il soffitto (senza cucina) 
Sparadòs e cantér di una limonaia a Gargnano
www.coquinaria.it

    Le "case dei limoni" hanno una struttura architettonica molto particolare, tipica della zona gardesana.

    Sono organizzate su più ripiani (in dialetto còle), collegati da scale in pietra e le loro dimensioni possono variare anche notevolmente.

    Una massiccia muraglia chiude la limonaia da tre lati, per proteggerla dai venti, mentre il quarto lato è esposto al sole, generalmente in direzione sud-est. 
    Sul davanti la muraglia è più bassa e solida per far da basamento alla prima fila di pilastri, ma anche e soprattutto per far fronte alla forza del lago, là dove il Garda lambisce la limonaia. 

    Al centro della serra, o ad un'estremità, si trova il casello (casèl), che funge da deposito dei materiali di copertura. 

    Il tetto è spiovente all'indietro e si appoggia ai pilastri della serra. Questi venivano legati tra loro da grossi puntoni di castagno (30-40 cm di diametro), detti sparadossi (sparadòs). Perpendicolarmente agli sparadossi venivano fissate delle travi più sottili, i correnti o cantéri (cantér), anch'essi di castagno.
Dettaglio del punto di giuntura di una filaröla mediana
gardarama.blogspot.com
    Ogni pilastro era collegato ai due pilastri più vicini sulla stessa fila con delle travi di abete dette filaröle e distinte in cimale, mediana e basale.
    Le filaröle mediana e basale venivano introdotte all'interno di una pietra scavata del pilastro. Queste pietre erano molto caratteristiche: quelle del pilastro "di partenza" avevano un foro rettangolare perfetto per introdurvi la filaröla, mentre nel pilastro "di arrivo" il foro aveva anche una scanalatura per il passaggio dell'altro capo.

    Questo complesso sistema di travature serviva per coprire la serra nel periodo tra novembre e marzo, quando il clima più freddo poteva arrecare danni alla coltura... ma questo è un altro post!

2 commenti:

  1. Questo post è molto interessante! Non conoscevo "le case dei limoni"!

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    1. Cara Zucca Ducale, come voi in tanti non conoscono le "case dei limoni". D'ora in poi però, quando da Mantova vi capiterà di passare per la nostra Riviera, non potrete non notarle!

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